venerdì, Aprile 19, 2024
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La TRADE FACILITATION diventa realtà

L’Accordo per la Facilitazione del Commercio Internazionale (TFA), originalmente firmato a Bali nel Dicembre 2013, è pronto ad entrare effettivamente in vigore in seguito alla ratifica di almeno due terzi (110) dei Paesi membri dell’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO).  Il TFA è il più grande accordo commerciale globale degli ultimi vent’anni ed il maggior frutto delle dinamiche di negoziazione cosiddette “multilaterali”. Se la tendenza al regionalismo o addirittura al bilateralismo non diminuirà, potrebbe conservare questo primato per un tempo veramente lungo.
È per questo che negli ambienti commerciali internazionali si guarda ora al successo della sua implementazione come  ad un fattore strategico non solo per l’effettiva Facilitazione degli scambi ma per il progresso della cooperazione fra Stati. La piena attuazione dell’accordo potrebbe ridurre i costi commerciali mediamente di circa il 14,5 per cento, aumentando le esportazioni fino a 1 trilione di dollari ogni anno, con i maggiori profitti destinati a farsi sentire nei paesi più poveri. L’impatto sarebbe maggiore della eliminazione di tutte le tariffe esistenti in tutto il mondo. In ogni caso, l’implementazione dell’accordo aumenterà sostanzialmente la  prevedibilità e la trasparenza delle procedure doganali, rendendo più facile per le imprese – soprattutto le PMI – di commerciare a livello internazionale nonché partecipare (alle) e approfittare (delle) cosiddette catene globali del valore.
L’Accordo si compone di tre sezioni. La prima contiene disposizioni per accelerare il movimento, lo svincolo e lo sdoganamento delle merci, comprese quelle in transito e migliora gli articoli pertinenti (V, VIII e X) dell’Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio (GATT) del 1994.
La seconda sezione riguarda il regime del Trattamento Speciale Differenziato (STD) che consente ai Paesi in via di sviluppo (PVS) ed a quelli meno sviluppati (PMS) di determinare la loro tempistica di attuazione delle singole disposizioni dell’accordo e di individuare le disposizioni che saranno in grado di implementare solo al ricevimento di una specifica Assistenza Tecnica e/o per il loro “Capacity Building”. Per beneficiare dello SDT, un Paese membro deve classificare ciascuna disposizione dell’accordo secondo una specifica tipologia e informare gli altri membri WTO di queste categorizzazioni secondo ben definite tempistiche, aventi una lunghezza media di dilazioni tra un minimo di 2/3 anni a un massimo di 5.
La terza Sezione riguarda l’istituzione presso il WTO di un comitato permanente per la facilitazione del commercio internazionale e di uno nazionale in ciascuno dei Paesi membri. Seguono alcune disposizioni finali.
Proprio il fatto che siano gli stessi PVS e PMS a decidere quali disposizioni implementare subito e per quali disposizioni chiedere maggiore tempo o assistenza rende questo accordo flessibile e adattabile ai loro specifici bisogni e piani di sviluppo. Ciò configura un nuovo tipo di SDT, che si spera possa essere replicato in futuri accordi, non più basto sulle tradizionali esenzioni a tempo indeterminato per PVS ma su un processo di auto-valutazione e auto-determinazione più partecipativo.
In ogni caso il WTO mantiene anche un database ben organizzato ed aggiornato relativo al TFA ed all’attuazione delle sue disposizioni sul sito www.tfadatabase.org
Centrale rispetto agli obiettivi perseguiti tramite il TFA, è  l’obbligo (ex art. 23/2) per ciascun membro dell’OMC di istituire un proprio comitato nazionale per la facilitazione degli scambi per agevolare il coordinamento e l’attuazione delle disposizioni dell’accordo al proprio interno, anche mediante l’assunzione di un ruolo centrale nell’ispirare e perseguire le riforme eventualmente necessarie.
Oltre al WTO, diversi organismi internazionali (UNCTAD, OECD, WB, WCO, ITC, ICC) hanno elaborato modelli di strutturazione ed organizzazione di tali Comitati (NTFCs): una guida molto apprezzata e comprensiva è anche ritenuta quella da noi prodotta e disponibile su www.tfig.org.
A livello europeo le funzioni di Comitato Nazionale saranno esercitate da tre Comitati già esistenti: il Comitato per la Politica Commerciale, il Comitato di Esperti sugli aiuti al commercio e il Gruppo di Esperti Doganali. Il Comitato a livello europeo lavorerà in stretto raccordo con i Comitati Nazionali degli Stati Membri. Attualmente solo alcuni Stati UE hanno dato vita ai loro Comitati Nazionali (Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Grecia e Italia).
In Italia il Comitato Nazionale è stato creato come successore di un “Tavolo Strategico” preesistente presso il MISE, ma dovrà presto strutturarsi organizzativamente per realizzare efficacemente quella cooperazione pubblico-privato ed intersettoriale prescritta dall’accordo internazionale appena entrato in vigore.
Sen. Avv. Raffaele Fantetti
Vice Chair UN/CEFACT

(*)
Con il termine di “Trade Facilitation”, UN/CEFACT (the United Nations Centre for Trade Facilità and Electronic Business) definisce la “semplificazione, standardizzazione ed automazione delle procedure e dei flussi informativi per gli scambi transfrontalieri.

 

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