venerdì, Aprile 19, 2024
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A Milano Convegno “La Lombardia incontra l’Europa dell’Est”

Le opportunita’ di business per le imprese lombarde nei mercati dell’Area

L’iniziativa stata organizzata dalla Regione Lombardia in collaborazione con Assocamerestero, Unioncamere Lombardia, con la partecipazione delle Camere di Commercio Italiane allEstero di Russia, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Repubblica Serba, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca. Presenti all’incontro, Gian Domenico Auricchio, nella doppia veste di Presidente di Assocamerestero e di Unioncamere Lombardia, i delegati delle sette Camere di Commercio Italiane all’Estero coinvolte, Raffaele Cattaneo, Presidente del Consiglio regionale della Regione Lombardia e Fabrizio Sala, Vice Presidente della Regione Lombardia.

L’intervento del Presidente Gian Domenico Auricchio

Intervenendo nella duplice veste di presidente di Unioncamere Lombardia e Presidente dell’Associazione delle Camere di commercio italiane all’estero, intendo simboleggiare anche il forte nesso tra economia lombarda e apertura ai mercati internazionali.

L’incontro di oggi il frutto di una azione e una collaborazione gia’ esistente con la Regione Lombardia che per vogliamo rafforzare ulteriormente come intero sistema camerale italiano e italiano all’estero, dialogando in maniera operativa con la Giunta e il Consiglio regionale.

Abbiamo inteso dare uno spaccato delle opportunita’ esistenti sui mercati dell’Europa dell’Est su cui siamo principalmente presenti (Bulgaria, Polonia, Rep. Ceka, Rep. Serba, Rep. Slovacca, Ungheria e Russia): si tratta di mercati che per la Lombardia valgono nei soli primi tre mesi del 2016 2,3 miliardi di export e, nonostante la fortissima contrazione della Russia, fanno segnare un incremento di oltre il 3% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso (contro lo 0,1% fatto registrare in tutti i mercati). Stiamo quindi parlando di opportunita’ interessanti. La Lombardia infatti pesa per un quarto sul prodotto italiano, ma fa poco meno del 30% dell’export nazionale (pi precisamente il 27%). Ancora piu’ forte la nostra quota di importazioni 31% (e penso che importare bene altrettanto importante che esportare bene, soprattutto per una regione come la nostra che profondamente vocata per la trasformazione manifatturiera!). I mercati esteri hanno quindi contribuito in maniera decisa a trainare la regione fuori dalla crisi: abbiamo superato i valori massimi dal 2008 (ultimo anno pre-crisi per le esportazioni) arrivando a 111 miliardi di Euro, con un incremento rispetto a quell’anno del 7%.

Diffusa la convinzione che ampliare il mercato di riferimento sia l’unica strada per lo sviluppo. Le imprese lombarde lo hanno compreso bene come ci dice l’indagine congiunturale che facciamo come Unioncamere Lombardia: tra il 2007 e oggi la quota di fatturato estero sulle imprese industriali del nostro campione salita dal 31 al 41%: ben 10 punti in pi, a fronte di una situazione del mercato internazionale che ha avuto andamenti altalenanti. Anche le prospettive sono ancora positive: nel primo trimestre 2016 le nostre imprese stimano un aumento degli ordini dall’estero del 3,7% rispetto allo stesso trimestre del 2015 e le aspettative degli imprenditori sul futuro della domanda estera rimangono positive. Abbiamo appena avviato la nuova rilevazione congiunturale per il secondo trimestre che presenteremo con la Regione (e non ci sono ancora dati). Ci detto dobbiamo anche rilevare che il tasso di crescita delle nostre esportazioni sta rallentando: nel 2015 l’export lombardo cresciuto dell1,5% rispetto al 2014, contro quello italiano del +3,8%; la crescita a livello nazionale stata quindi superiore, anche se nel primo trimestre 2016 laumento tendenziale dell’export stato dello 0,1% contro il -0,4% per lexport nazionale. Siamo comunque su valori modesti! Se guardiamo dietro i dati complessivi vediamo che le imprese piu’ piccole faticano ad avere una presenza stabile sui mercati internazionali, pur avendo un forte potenziale!

Ad esempio le imprese artigiane manifatturiere esportano solo il 7,2% (contro il 42% del manifatturiero) ed una presenza in via di ridimensionamento. Queste imprese chiedono risposte di prossimita’ sul territorio italiano e su quello estero. Qui si colloca la partnership del sistema camerale lombardo con la Regione e l’intesa con il sistema delle CCIE. Da imprenditore considero la rete delle CCIE una straordinaria piattaforma di sviluppo. Straordinaria ed apprezzata se una recente indagine Doxa per la Farnesina ha misurato che il 55% delle imprese intervistate che esportano conosce le CCIE e le usa. Le CCIE vengono subito dopo banche, associazioni industriali e fiere, ma questo valore anche superiore di gran lunga a quello di altri enti preposti al supporto delle imprese (ICE e consorzi export sono al 41%).

Complessivamente le 78 CCIE operanti in 54 paesi fanno ogni anno circa 42 milioni di fatturato per servizi per l’internazionalizzazione e sono capillarmente diffuse sul territorio del mondo con 140 sedi e delegazioni. Ma soprattutto sono associazioni volute da circa 18.000 imprenditori associati, che devono essere capaci di stare sul mercato, attraverso l’organizzazione di eventi e la vendita di servizi: ogni anni serviamo circa 70 mila imprese e sviluppiamo circa 300.000 contatti di affari. Facciamo fondamentalmente due mestieri: lo sviluppo dell’attivita’ di business (attraverso lo scouting delle opportunita’ di mercato, l’azione di follow up di missioni e attivita’ fieristiche, lorganizzazione di partecipazioni a fiere in Italia e locali, sessioni di incontri btob, degustazioni alimentari, sfilate di moda, ecc.) e l’affiancamento aziendale necessario a radicarsi all’estero (fornendo assistenza alle imprese prima e dopo l’attivita’ promozionale, trovando per essa i giusti partner commerciali e industriali, ma anche scientifico-tecnologici).

Queste due attivita’ costituiscono circa il 50% del volume di affari delle CCIE. Pertanto, considero questo un primo appuntamento che potra’ poi crescere ulteriormente con azioni mirate ritengo all’interno del prossimo piano di sviluppo dell’internazionalizzazione che la Regione sta mettendo a punto.

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