venerdì, Aprile 19, 2024
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Cresce l’importazione di prodotti alimentari in Brasile

Con una popolazione stimata in circa 210 milioni di persone, il Brasile è il secondo principale importatore di prodotti alimentari, tabacco e bevande dell’America Latina ed il principale tra i paesi delle Americhe centrale e settentrionale.
Le importazioni brasiliane di tale settore crescono continuamente negli ultimi quindici anni e nel 2017 hanno sommato 5,211 mld di euro, cifra 269% superiore a quella verificata nel 2003. I principali prodotti acquistati dai brasiliani all’estero sono malto (7%), vini di uve fresche (5,7%), patate preparate o in conserva (5,6%) e oli di oliva (4,9%). Con una quota pari al 22,1%, Argentina risulta il principale paese fornitore dei brasiliani nel 2017, seguita dall’Uruguay (11,9%), Cina (5,5%), Paraguay (5,5%), Stati Uniti (5,5%), Indonesia (5,4%), Portogallo (5,1%), Cile (4,8%) e Italia (3,4%).
L’Italia è, pertanto, dopo Portogallo, il secondo principale fornitore europeo del Brasile, dal quale i brasiliani acquistano prevalentemente vini di uve fresche (16,6%), paste alimentari (11,9%), oli di oliva (10,2%), cioccolata ed altre preparazioni alimentari contenenti cacao (6%), pomodori preparati o conservati (4,4%), preparati a base di carne suina (4,2%) e caffè torrefatto (4,1%). Tra le principali categorie di prodotti importati dal Brasile, l’Italia vanta posto di privilegio nell’importazione di vini di uve fresche, in cui risulta essere il 4° principale fornitore, avendo esportato al Brasile l’equivalente 29,5 mln di euro nel 2017, cifra peraltro il 47% superiore a quella verificata nell’anno precedente.
Altra categoria in cui gli italiani figurano tra i primi fornitori del Brasile è quella dell’olio di oliva. Nel 2017 l’Italia è stata il quinto principale fornitore dei brasiliani in tale segmento, avendo fornito l’equivalente a 18 mln di euro in prodotti, cifra il 24% superiore a quella registrata nel 2016. Gli italiani sono i principali fornitori del Brasile di pasta alimentare, vantando una quota del’87% sull’import totale. Sono i principali fornitori anche nella categoria dei pomodori preparati o conservati (75%) ed in quella dei preparati a base di carne suina (61%).
Per quanto riguarda il cioccolato ed altri preparati a base di cacao, gli italiani sono i secondi principali fornitori (15%) dopo l’Argentina (44%), così come nelle importazioni brasiliane di caffè torrefatto (12%).
È nell’aumento del potere di acquisto della classe media, passata negli ultimi anni dal 38% al 60% della popolazione brasiliana, insieme con l’aumento della classe ad alto reddito, dal 7% al 15% della popolazione totale, che risiedono le origini dell’ingente incremento dell’import brasiliano di prodotti alimentari e bevande nell’ultimo quinquennio, in cui l’Italia, come specificato nei paragrafi precedenti, ha saputo inserirsi molto bene, con l’ingresso sul mercato brasiliano di importanti marchi del Made in Italy che hanno contribuito e continuano a contribuire sulla diffusione dell’immagine e della tradizione della produzione italiana.
Detta espansione, però, non è omogenea su tutto il mercato brasiliano ma, appunto, concentrata negli stati che concentrano la maggior parte della popolazione delle classi media e medio-alta, tra cui San Paolo, Porto Alegre, Rio de Janeiro e Brasilia. Ed è proprio in questi grandi centri che sono presenti importanti catene di supermercato quali Rede Oba, Supermercado Zaffari, Casa Santa Luzia, Casa Santa Maria e Supermercados St. Marché, a cui si uniscono la rete di supermercati Verdemar, di Belo Horizonte (Stato di Minas Gerais) e, a livello nazionale, le reti di negozi del Gruppo Pão de Açucar ed il Gruppo Carrefour.
 

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