mercoledì, Aprile 17, 2024

Festa della donna

Le donne sono capaci di “trarre il meglio” sempre e comunque
La Festa della donna si celebra quest’anno con un aumento del 47% della presenza femminile in Parlamento, dove quasi un neo eletto su tre è donna, ma in altri settori come giustizia, authority, università e ricerca le “quote rosa” sono ancora al lumicino. Al di là delle ideologie politiche e delle linee-guida dei vari gruppi parlamentari, le donne sono capaci di “trarre il meglio” sempre e comunque, così come lo dimostra in questo editoriale Valentina Vezzali, “parlamentare”, ma anche l’azzurra schermitrice più medagliata di tutti i tempi.
“Ogni anno l’8 marzo non è solo un giorno per festeggiare la donna, ma è un’occasione per riflettere sul suo ruolo all’interno della nostra società.
Per anni si è consumata la battaglia per la rappresentanza. Molti ambienti erano per definizione maschili. Oggi ci sono molte donne che hanno raggiunto alti livelli sia nel pubblico sia nel privato, ma ciò che abbiamo ottenuto non ci deve accontentare, non possiamo fermarci a questo risultato. Il rischio che corriamo è che si riduca la nostra presenza a un mero numero di posti. Noi, invece, vogliamo partecipare con le nostre idee, con le nostre peculiarità, con le nostre competenze, al processo decisionale a tutti i livelli. Vogliamo essere parte del cambiamento che deve essere governato, vogliamo essere protagoniste in un momento di grandi trasformazioni come quello che stiamo vivendo.
La globalizzazione, la società multietnica e multiculturale ci impongono riflessioni e nuove sfide. Non abbiamo più modelli certi, molti stereotipi sono stati superati dalla realtà. Oggi non si parla più di donne e uomini ma di genere, proprio per evitare discriminazioni. Gli stessi giudici, con le loro sentenze, si trovano a decidere su famiglia, adozioni e materie sulle quali per anni si è rimandato l’intervento politico per non impegnare le istituzioni su questioni etiche. Non decidere su queste materie e su altre non è stato proficuo perché i processi di cambiamento non si arrestano, ed ora è arrivato il momento di governare la società del futuro. Quella di cui saranno protagonisti i nostri figli, quella sulla quale dobbiamo scommettere.
Negli ultimi anni trascorro molto tempo in Aula a Montecitorio e, confesso di essermi resa conto di quanto le donne sono avanti rispetto ai colleghi anche su questioni complesse e che attengono alla morale. Abbiamo molta più capacità di mediazione e riusciamo a cogliere l’essenza dei provvedimenti, tralasciando i dettagli. Abbiamo una maggiore sensibilità su tutto ciò che attiene al welfare. Molte donne sono mogli, mamme, accudiscono gli anziani e gestiscono una casa oltre a conciliare questi tempi con un lavoro. Hanno esperienza diretta su queste problematiche. Non sono superdotate, ma hanno una spiccata capacità di organizzarsi. E, se posso aggiungere una considerazione, la crisi economica che ci affligge da alcuni anni, ha perfino reso più complesso il ruolo della donna.

Le istituzioni hanno il dovere di rendere compatibili tutte queste esigenze e la presenza delle donne in Parlamento aiuta a fare sintesi fra priorità diverse e coperture finanziarie necessarie.
Gli uomini spesso riducono tutto a una questione economica. O, almeno, vedono prima quella. Io sostengo che se è vero che il bilancio è fatto di numeri è anche vero che questi si possono orientare e che dietro ogni linea di finanziamento c’è una precisa volontà politica. Per questo sono convinta che se le donne acquisissero più spazio e potere – non fine a sé stesso – ma inteso come capacità decisionale, avremmo la possibilità di invertire alcuni ordini di priorità e certamente a vantaggio di una società migliore e a dimensione più umana.
Si sono fatti enormi passi avanti, importantissimi, dalle prime donne, le pioniere del mondo moderno, quelle delle grandi conquiste, come il voto alle donne. Ma ci sono ancora ostacoli da superare insiti nella mentalità diffusa. Che non si avvertono solo nel linguaggio, ma anche nel comportamento, più precisamente in tutte le situazioni in cui l’uomo ha ancora la possibilità di prevalere, lo fa con forza, arroganza, esercitando potere.
Io credo che la società abbia davvero bisogno delle donne non solo nell’ambito istituzionale, ma in tutti i ruoli, perché possano determinare la gestione del presente e la programmazione del futuro riportando al centro dell’agire l’uomo, perché possano permeare la società di valori, di principi, di buoni esempi.
La donna può fare la differenza in tutti i campi, ne sono convinta. Però spetta a noi donne acquisire la consapevolezza di questa capacità d’azione. Mentre in più di qualche occasione ho avvertito rassegnazione. Una condizione che non è nel mio DNA, che non mi appartiene nella vita. Con lo sport ho dimostrato che non bisogna arrendersi mai, che da ogni sconfitta è necessario trovare l’energia per affrontare la sfida successiva.
Dobbiamo impedire che la partecipazione femminile nei processi decisionali si limiti alla presenza numerica o che sia riconducibile a qualità fisiche. Dobbiamo dimostrare che senza snaturare il nostro essere donne, mogli e mamme possiamo realizzare le nostre passioni e divenire protagoniste del cambiamento perché siamo capaci di competere al pari degli uomini.
Anche questo è compito della politica”.

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