sabato, Aprile 20, 2024
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Giappone: andamento positivo del settore automotive, cresce il made in Italy

Nel 2017, grazie alla progressiva ripresa dell’economia nipponica, in Giappone si è registrato il primo aumento complessivo (dopo 3 anni) delle vendite di nuovi autoveicoli.
E’ quanto emerge dall’analisi condotta dalle associazioni di categoria, secondo cui nel Paese le nuove immatricolazioni hanno raggiunto 5,2 milioni di unità, registrando un incremento del 5,3% rispetto al 2016. Sul totale delle nuove immatricolazioni, inoltre, il 9,5% è attribuibile ai marchi esteri, e in tal senso si segnala il favorevole posizionamento dei gruppi italiani.
FCA (Fiat, Alfa Romeo, Abarth, Jeep, Chrysler e, in misura residuale, Lancia) con 20.393 vetture vendute nel 2016 (per il 53% attribuibili ai brand italiani), è il quinto gruppo estero per estensione in termini di unità, dopo BMW/Mini, Mercedes/Smart, Volkswagen/Bentley e Audi/Lamborghini. Il gruppo italo-statunitense, considerata la costante crescita nel corso dell’anno, prevede una vendita complessiva di circa 22.000 unità nel 2017.
In particolare, per i marchi propriamente italiani si sta verificando un aumento delle vendite sia di Alfa Romeo che soprattutto di Abarth, mentre Fiat resta sostanzialmente stabile.
La performance più positiva è stata sinora fatta registrare da Maserati, le cui immatricolazioni nel periodo gennaio-novembre 2017 hanno raggiunto le 1.553 unità, in aumento del 41,2% rispetto allo stesso periodo del 2016. Altrettanto positive nello stesso arco temporale le performance di Ferrari (+18,4%). Bene anche Lamborghini (+24,2%) del gruppo Audi-Volkswagen, per cui il Giappone, dopo gli Usa, si conferma il secondo mercato al mondo.
Nel 2017 il valore delle importazioni di automobili dall’Italia è cresciuto di circa il 25% rispetto al 2016.
Infine, da sottolineare i cambiamenti strutturali in atto: nel 2009 il 96% delle auto in Giappone era alimentato a benzina; nel 2016 tale quota è scesa al 55,8%, con forti impennate dell’ibrido (37,8%), del diesel (5,1%) e dell’elettrico (1,3%).

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