martedì, Aprile 16, 2024
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Per la prima volta al mondo un trapianto di vertebre umane al Rizzoli di Bologna

È stato dimesso e cammina l’uomo operato all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, in Emilia-Romagna, dove per la prima volta al mondo è stato effettuato un trapianto di vertebre umane.
L’intervento è stato eseguito lo scorso 6 settembre su un paziente di 77 anni colpito da cordoma, forma maligna di tumore osseo, al quale una parte di colonna vertebrale è stata sostituita da quattro vertebre umane.
A guidare l’equipe, il direttore della Chirurgia Vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo del Rizzoli, Alessandro Gasbarrini.
È stato lo stesso medico ad illustrare ieri ai giornalisti i dettagli di questa operazione ad altissima complessità. Assieme a lui il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, il direttore generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, Mario Cavalli, e Dante Dallari, direttore della Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico della Regione Emilia-Romagna, che ha sede al Rizzoli e ha fornito le vertebre umane trapiantate al paziente. Una realtà d’eccellenza, prima nata in Italia e la più importante per numero di tessuti conservati e distribuiti: oltre il 50% del tessuto da donatore utilizzato in Italia arriva da qui.
Ed è proprio grazie a tale disponibilità e alle competenze cliniche e specialistiche dell’ospedale felsineo che tra le diverse possibili è stata scelta questa procedura, adottata dopo la rimozione delle vertebre malate, la cosiddetta “vertebrectomia”, trattamento obbligato in casi come questo.
Il tessuto muscolo-scheletrico è stato prelevato da un’équipe del Rizzoli reperibile h24, secondo le modalità della Rete dei trapianti. Grazie alle competenze ortopediche specialistiche, è stato possibile procedere al prelievo da donatore cadavere delle vertebre che sono state utilizzate nell’intervento, dopo essere state trattate dai tecnici della Banca. Una volta eseguiti tutti i test per garantirne l’idoneità dal punto di vista microbiologico, il tessuto è stato “preparato” attraverso la lavorazione che avviene in un’area a contaminazione controllata di Classe A, quella di massima sterilità, poi conservato a -80°. Si tratta di un percorso complesso e non convenzionale, che solo una Banca con competenze specifiche può portare a compimento, rendendo possibile un intervento che apre un nuovo scenario nelle possibilità di opzioni ricostruttive.
Attiva dal 1962, prima in Italia, la Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico del Rizzoli fornisce il 50% di tutto il tessuto muscolo-scheletrico utilizzato nel nostro Paese. La banca consente ogni anno di effettuare oltre 5 mila interventi su deformità come la scoliosi, malattie oncologiche o traumi in ambito ortopedico, neurochirurgico ed odontostomatologico. Garantisce la qualità e la sicurezza dei tessuti distribuiti e contribuisce alla stesura e alla diffusione di standard e linee guida; partecipa inoltre a progetti di innovazione tecnologica per la rigenerazione dei tessuti.
“L’intervento è stato possibile grazie all’équipe di prelievo del tessuto, alla Banca che l’ha processato, alle capacità tecniche dei clinici che l’hanno impiantato”, ha affermato il direttore generale del Rizzoli, Mario Cavalli. “Il Rizzoli dimostra come l’integrazione tra diverse strutture e competenze di eccellenza nello stesso ospedale consenta di raggiungere nuovi traguardi nella cura e nella ricerca”.
“Parliamo di un’operazione che ha richiesto non solo grande competenza clinica, ma un’altissima efficienza di tutta la macchina organizzativa”, ha precisato l’assessore Venturi. “L’eccezionalità di questo intervento apre davvero una nuova prospettiva nel campo della chirurgia ortopedica ricostruttiva in oncologia, e non è un caso che si sia svolto in Emilia-Romagna, dove si continua a investire in tecnologia, ricerca, innovazione, risorse umane”.
“Abbiamo ricostruito la colonna vertebrale del paziente nel modo più simile alla conformazione naturale, ripristinando un’anatomia perfetta grazie all’impianto di un osso con struttura identica a quello che abbiamo dovuto togliere a causa del tumore”, ha spiegato il dottor Alessandro Gasbarrini. “Per ogni paziente dobbiamo individuare la soluzione migliore, in considerazione del percorso di cura e delle esigenze individuali. Sostituire tessuto umano con tessuto umano è in linea generale quanto c’è di meglio per l’organismo, e questo vale anche per le ossa. Non sempre è la soluzione possibile, e quindi è necessario ricorrere ad impianti di materiali artificiali. Per quanto riguarda le vertebre, fino ad oggi sono state sostituite con diafisi di femore, quindi un osso proveniente da un altro distretto anatomico, con una struttura differente da quella della vertebra e una minore possibilità di integrazione. L’impianto delle quattro vertebre nel paziente ci avvicina all’obiettivo di una perfetta fusione con la sua colonna vertebrale e ottimizza un percorso di cura con radioterapia, che non sarebbe stata compatibile ad esempio con una protesi in titanio”.
Di “risultato straordinario, che rappresenta una svolta nella storia dei trapianti in Italia e nel mondo” ha parlato il presidente della Regione Bonaccini. “Siamo orgogliosi”, ha aggiunto, “di poter avere in Emilia-Romagna professionisti e strutture capaci di realizzare interventi come questo, per un sistema sanitario pubblico che vogliamo sempre di più in grado di offrire servizi e cure di alta qualità, proiettandosi già ora nel futuro con tecniche e strumenti all’avanguardia. Ringraziamo l’Istituto Rizzoli, che con la Banca del Tessuto muscolo-scheletrico rappresenta un’eccellenza di questa regione, il dottor Gasbarrini e la sua equipe, ma con loro simbolicamente anche tutti i professionisti, gli operatori, le donne e gli uomini del nostro servizio sanitario regionale, impegnati con il lavoro di ogni giorno a rendere la sanità dell’Emilia-Romagna quella che è”.

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