venerdì, Marzo 29, 2024
HomeArte della TavolaColdiretti: Export da record per il Made in Italy

Coldiretti: Export da record per il Made in Italy

Record storico per le esportazioni agroalimentari Made in Italy che nel 2018 hanno raggiunto per la prima volta il valore di 41,8 miliardi di euro grazie all’aumento dell’1,8%
Un risultato positivo – sottolinea la Coldiretti – in una situazione in cui il mercato interno è risultato stagnante con gli acquisti delle famiglie italiane nel 2018 in aumento di appena lo 0,3% su base annua, secondo l’Ismea.
IN REALTÀ il tasso di crescita sui mercati esteri – continua la Coldiretti – si è ridotto a circa 14 di quello del 2017, quando si è registrato un aumento del 7%. Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentari interessano i Paesi dell’Unione europea dove il principale partner è la Germania, mentre fuori dai confini comunitari sono gli Stati Uniti il mercato di riferimento dell’italian food.
A spingere la crescita sono i prodotti base della dieta mediterranea, a partire dal vino, che è il prodotto italiano più esportato e fa segnare un aumento del 3% in valore, ma la vera star è la categoria degli spumanti, che balzano del 13% e raggiungono un valore delle vendite all’estero superiore a 1,5 miliardi durante l’anno.
A seguire l’ortofrutta fresca, che in valore fa segnare però una frenata del 7%, mentre buone performance vedono protagonisti i formaggi, con un incremento del 4%, la pasta con un +3% e i salumi che aumentano del 2%.
Dopo il vino, che complessivamente fattura sul mercato inglese quasi 827 milioni di euro, spinto dal boom del prosecco Dop con 348 milioni di euro, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna c’è l’ortofrutta fresca e trasformata, come i derivati del pomodoro, con 234 milioni, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell’olio d’oliva.
Importante anche il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, per un valore attorno ai 85 milioni di euro. Senza accordo – conclude la Coldiretti – un problema riguarda anche la tutela giuridica dei marchi, con le esportazioni italiane di prodotti a indicazioni geografica e di qualità (DopIgp) che incidono per circa il 30 per cento sul totale dell’export agroalimentare Made in Italy e che senza protezione europea rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione.
MA l’andamento sui mercati internazionali potrebbe «ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti dell’agropirateria internazionale che fattura oltre 100 miliardi utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale», ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «occorre superare peraltro l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse per la promozione del vero Made in Italy all’estero, puntando a un’Agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo sul modello della francese Sopexa e investire sulle Ambasciate, introducendo nella valutazione principi legati al numero dei contratti commerciali

Translate