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La “Trade Facilitation” entra nel vivo

L’Accordo per la facilitazione del commercio internazionale – Trade Facilitation Agreement (TFA), è stato concluso il 7 Dicembre 2013 a Bali, Indonesia, durante le negoziazioni multilaterali interministeriali del c.d. “Doha Round” dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Entrerà in vigore quando i due terzi (cioè 108 Paesi) del totale dei membri WTO l’avranno ratificato: grandi passi avanti sono stati realizzati durante la recente riunione inter-ministeriale (MC10) a Nairobi, Kenia. Il tema è rilevante soprattutto per alcuni ambiti specifici: dai trasporti, dalle spedizioni al doganale, dalla finanza alle assicurazioni, dal legale/fiscale a quello della risoluzione delle controversie, ecc. per fini pratici esso consta di tre tipi di misure:
•    per la velocizzazione dei movimenti, il rilascio, l’autorizzazione delle merci, comprese quelle in transito;
•    per consentire ai Paesi in via di sviluppo (PVS) e meno sviluppati (LDC) di determinare la tempistica della loro implementazione del TFA e/o identificare gli ambiti su cui richiedere assistenza tecnica e supporto di vario genere.
•    misure per la costituzione di un Comitato permanente sulla TF presso il WTO e di uno nazionale, presso ogni Stato membro, responsabile di “facilitare il coordinamento domestico” del commercio internazionale e implementarne le misure.
Con riguardo alla Sezione 2, dall’Aprile 2015 è stato attivato uno specifico Fondo, con un suo apposito sito web (www.tfafacility.org) ed enfasi sui Paesi LDC cui l’Italia sta valutando di contribuire, come pure a sostenere l’implementazione  della “Trade Facilitation Implementation Guide” (TFIG) di UN/CEFACT (http://tfig.unece.org/).

Circa l’impegno a stabilire un “Comitato Nazionale sulla Trade Facilitation” (ex art. 23.2), il MISE ha già proceduto  al riguardo. Nel frattempo, una serie di organismi internazionali (ITC, UNECE/CEFACT, OECD, UNCTAD, WCO) hanno prodotto diverse pubblicazioni sui c.d. percorsi (National TF Roadmaps) ossia documenti ufficiali che ogni Stato approva per ufficializzare la propria strategia sul tema della facilitazione del Commercio Internazionale e le relative riforme che si impegna a portare avanti per realizzarla in tempi determinati (mediamente 3-5 anni), mediante obiettivi ed indicatori di risultato (“performance”) ben precisi. Occorre ora per il nostro Paese strutturare il neo Comitato Nazionale con la partecipazione di diversi enti pubblici, sia centrali che non, e di tutti i numerosi privati legittimamente rappresentativi di interessi. A breve quindi il complesso “Sistema Italia del Commercio Estero” sarà chiamato ad uno nuovo sforzo di coordinamento ed integrazione/razionalizzazione uniforme rispetto ai sistemi dei Paesi con i quali concorriamo.

‘Trade Facilitation’ comes alive
The agreement for the facilitation of international trade – Trade Facilitation Agreement (TFA), was concluded on 7 December 2013 in Bali, Indonesia, during the interdepartmental multilateral negotiations of the so-called ‘Doha Round’ of the World Trade Organization (WTO). It will come into effect when two thirds (that is 108 Countries) of the total number of WTO members have ratified it: great strides were taken during the recent interdepartmental meeting (MC10) in Nairobi, Kenya. The topic is particularly significant for several specific areas: transportation, from shipping to customs, finance and insurance, the legal/fiscal area and that of resolving controversies, etc. For practical purposes, it consists of three types of measures:
•    for the acceleration of movements, the release and authorization of goods, including those in transit;
•    to allow the developing countries (DC) and less developed countries (LDC) to determine the timing for their implementation of the TFA and/or identify the areas in which to request technical assistance and various types of support;
•    measures for the creating a permanent TF Committee at the WTO and a national one, in every member state, responsible for “facilitating the domestic coordination” of international trade and implementing the measures.

With regard to Section 2, in April 2015, a specific fund was activated, with its own website (www.tfafacility.org) and emphasis on LDC countries, to which Italy is considering providing contributions, as well as supporting the implementation of the Trade Facilitation Implementation Guide (TFIG) of UN/CEFACT (http://tfig.unece.org/). Concerning the commitment to establish a National Committee on Trade Facilitation (pursuant to article 23.2), the Ministry of Economic Development has already taken steps. Meanwhile, a series of international organizations (ITC, UNECE/CEFACT, OECD, UNCTAD, WCO) have produced several publications on the so-called paths (National TF Roadmaps), i.e. official documents that every State approves in order to formalize its strategy on the issue of facilitating international trade and the relative reforms that it commits to pursuing in order to achieve this within a specific timeframe (average 3-5 years), through precise targets and result indicators (‘performance’). Our Country now needs to organize the new National Committee with the participation of various public bodies, both central and non-central, and of all the numerous private entities that legitimately represent interests. Therefore, the complex Italian Economic System of Foreign Trade will soon be called to make a new effort in the coordination and uniform rationalization/integration with regard to the systems of the countries with which we are competing.

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