venerdì, Marzo 29, 2024
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Le Nazioni Unite chiedono un’azione urgente per frenare l’aumento della fame e dell’obesità in America Latina e nei Caraibi

La prevalenza dell’obesità adulta in America Latina e nei Caraibi è triplicata dal 1975, colpendo un adulto su quattro in una regione dove la fame è cresciuta ancora una volta, raggiungendo 42,5 milioni di persone, secondo il nuovo rapporto delle Nazioni Unite pubblicato oggi, il Panorama della Sicurezza Alimentare e Nutrizionale 2019.L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Organizzazione Panamericana della Salute/Organizzazione Mondiale della Sanità (PAHO/OMS), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e il World Food Programme (WFP), hanno fatto appello ai paesi della regione affinché implementino interventi urgenti per gestire l’aumento della malnutrizione. Il documento evidenzia la necessità di promuovere ambienti alimentari più sani attraverso tasse e incentivi che favoriscano cibi salubri, sistemi di protezione sociale, programmi di alimentazione scolastica e la regolamentazione della pubblicità e del marketing dei prodotti alimentari. Le agenzie sottolineano inoltre l’importanza di migliorare l’etichettatura con avvisi nutrizionali sulle confezioni per garantire la sicurezza e la qualità dei cibi venduti per strada, e di riformulare la composizione di alcuni prodotti per garantirne l’apporto nutrizionale.Secondo il rapporto Panorama, l’aumento più significativo dell’obesità adulta nella regione è stato osservato nei Caraibi, dove la percentuale è quadruplicata, passando dal 6% nel 1975 al 25% di oggi, con un aumento in termini assoluti da 760.000 a 6,6 milioni di persone.”L’eccezionale aumento dell’obesità – che colpisce il 24% della popolazione della regione, pari a circa 105 milioni di persone – quasi il doppio del livello globale del 13,2% – non solo ha enormi costi economici, ma minaccia anche la vita di centinaia di migliaia di persone”, ha chiarito il Rappresentante Regionale della FAO, Julio Berdegué.Secondo il rapporto ogni anno in America Latina e nei Caraibi muoiono 600.000 persone in seguito a patologie come il diabete, l’ipertensione e le cardiopatie, tutte legate all’alimentazione scorretta. Le diete scorrette sono associate a più decessi di qualsiasi altro fattore di rischio, cosa che minaccia le nostre generazioni future, dato che i tassi di obesità in età infantile e nell’adolescenza sono triplicati tra il 1990 e il 2016.”Dobbiamo intervenire subito per invertire questa tendenza ed evitare che i bambini subiscano le conseguenze dell’alimentazione scorretta sulla loro salute e sulla loro qualità della loro vita futura ” ha affermato Carissa F. Etienne, Direttrice dell’Organizzazione Panamericana della Salute/Organizzazione Mondiale della Sanità (PAHO/OMS). “Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno dell’impegno di tutta la società e di politiche pubbliche che regolino i prodotti alimentari non sani, creino ambienti favorevoli all’attività fisica e promuovano un’alimentazione sana a scuola e a casa”, ha aggiunto.La pubblicazione evidenzia che la regione è peggiore del resto del mondo nella maggior parte degli indicatori di malnutrizione legati all’apporto calorico eccessivo: il sovrappeso è raddoppiato dagli anni ‘70, e oggi colpisce il 59,5% degli adulti della regione, 262 milioni di persone, mentre a livello globale il tasso è inferiore di 20 punti percentuali: 39,1%.Di contro, la regione ha tassi di sottoalimentazione più bassi rispetto alla media globale mondiale ( 6,5% nella regione rispetto al 10,8%), rachitismo (9% contro il 21,9%), e tassi di denutrizione molto più bassi (1,3%, contro il 7,3% a livello globale). Tuttavia, le agenzie segnalano il preoccupante aumento della fame, che è cresciuta di nuovo di 4,5 milioni di persone dal 2014 – un aumento dell’11% – raggiungendo i 42,5 milioni nel 2018, il picco dell’ultimo decennio.Cambiamenti nel contesto alimentareIl rapporto Panorama fa un’analisi dettagliata di come sia cambiato il contesto alimentare nella regione, inteso come spazio di interazione tra le persone e le condizioni fisiche, economiche, politiche e socio-culturali che influenzano il modo in cui esse si procurano, preparano e consumano il cibo.Gli alimenti ultra-lavorati sono i prodotti alimentari la cui vendita è in in più rapida crescita in America Latina e questi aumentano l’esposizione della popolazione a quantità eccessive di zucchero, sodio e grassi. Tra il 2000 e il 2013 il consumo di prodotti ultra-lavorati è cresciuto di oltre il 25%, mentre il consumo di fast food è cresciuto quasi del 40%.”In America Latina e nei Caraibi, troppi bambini consumano troppo pochi cibi sani ed eccessive quantità di cibi processati”, ha detto Bernt Aasen, Direttore Regionale a.i. dell’UNICEF per l’America Latina e i Caraibi. “Quasi 1 bambino su 5 al di sotto dei 5 anni è malnutrito o in sovrappeso, il che gli impedisce di crescere bene. È compito di tutti garantire che tutte le famiglie, in particolare le più vulnerabili, abbiano accesso a cibi salubri”. L’espansione delle catene di supermercati e la preponderanza delle grandi industrie di trasformazione alimentare sono altri importanti fattori nel contesto alimentare di questa regione, in quanto il fenomeno ha reso disponibili ovunque prodotti ultra-lavorati e a prezzi inferiori rispetto ai cibi nutrienti. I poveri sono stati i più duramente colpiti da questi cambiamenti, poiché per questo gruppo di popolazione è spesso più facile ed economico accedere a cibi poco sani piuttosto che a cibi salutari. Risposte regionali per promuovere ambienti alimentari più saniLa regione ha reagito all’aumento della malnutrizione attraverso una serie di politiche locali. Paesi come il Cile, l’Ecuador, il Perù e l’Uruguay hanno implementato norme sull’etichettatura degli alimenti, che consentono ai consumatori di prendere decisioni più informate. Brasile, Cile, Costa Rica, Ecuador, Messico, Perù, Panama e Uruguay hanno migliorato la regolamentazione della pubblicità alimentare e almeno 13 paesi della regione hanno adottato misure fiscali e sociali per cercare di favorire l’alimentazione corretta. Il rapporto sottolinea che i programmi di protezione sociale e di alimentazione scolastica, i sistemi pubblici di approvvigionamento alimentare e di marketing e le politiche che promuovono la qualità e la salubrità alimentare sono essenziali per migliorare la nutrizione.”Se estendessimo i programmi di protezione sociale nella nostra regione, potremmo gestire meglio il doppio fardello che la fame e l’obesità rappresentano per le comunità e le famiglie” ha affermato Miguel Barreto, Direttore Regionale del WFP per l’America Latina e i Caraibi. “Queste sono i due volti della malnutrizione”. I programmi di protezione sociale tutelano oltre 200 milioni di persone in America Latina e nei Caraibi, compresi gli 85 milioni di alunni che a scuola ricevono colazioni, spuntini o pasti completi.

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