giovedì, Aprile 25, 2024
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“L’Italia globale per un Paese migliore. Il Genio italiano nel mondo. Mobilità e solidarietà”

Questo il titolo del convegno-workshop che si è svolto questa mattina nella Sala Gonfalone di Palazzo Pirelli con la partecipazione di autorevoli rappresentanti del mondo delle istituzioni, della cultura, dell’associazionismo italiani all’estero, della solidarietà e del volontariato.
Tra i relatori, molto apprezzato l’intervento introduttivo di Piero Bassetti (già primo presidente della Regione Lombardia dal 1970 al 1974) sul tema de “Gli italici. Una risorsa per l’Italia” che a margine dell’evento ha detto: “Questo appuntamento, tra le varie tematiche affrontate, focalizza la necessità di rafforzare l’attrattiva del sistema Italia affinché l’emigrazione dei giovani talenti laureati non si tramuti in un esodo senza alcun argine e i flussi in arrivo siano meglio raccordati alle esigenze del Paese in un’ottica di equilibrio tra mobilità, globalità e glocalità”.
L’evento, promosso dal Comitato 11 Ottobre e moderato da Aldo Aledda e dal presidente dell’associazione mantovani nel mondo Daniele Marconcini si è articolato in due workshop  il primo inerente le prospettive e problemi per un Italia globale, l’altro sul tema delle esperienze e ruolo dell’associazionismo.
Tra i relatori la testimonianza di Riccardo Giumelli autore del Volume POST – Made in Italy e dell’On.le Fabio Porta, ex Presidente del Comitato italiani nel mondo della Camera, e nel suo intervento ha dichiarato:
“Mantenendo fede ai suoi princìpi ispiratori il ‘Comitato 11 ottobre di iniziativa per gli italiani nel mondo’ continua a porre al centro del proprio impegno la soluzione di questioni specifiche attinenti alla condizione degli italiani che vivono all’estero.  
Le nostre grandi e ‘preziose’ collettività italiane all’estero ci interpellano ogni giorno su piccoli e grandi problemi che meriterebbero un’attenzione maggiore e soprattutto risposte concrete e tempestive da parte della società italiana in generale e delle nostre istituzioni in maniera più specifica.
Dalla drammatica situazione che vive il Venezuela al più semplice problema del riconoscimento dei titoli di studio; dalla pesante situazione nella quale versano i servizi consolari alla negazione del diritto di voto per il Parlamento europeo ai cittadini italiani che vivono fuori dalla UE: la distanza e la sufficienza con la quale l’Italia continua a non offrire soluzioni ad esigenze e richieste di questo tipo confermano purtroppo la mancanza di interesse e quindi la miopia del nostro Paese rispetto al grande patrimonio costituito dagli italiani nel mondo.
Anche la proposta di riforma costituzionale votata dal Parlamento, che riduce in maniera ‘lineare e matematica’ la rappresentanza degli eletti all’estero rafforza l’impressione di un Paese incapace di cogliere appieno il valore aggiunto di un universo ‘italico’ che va ben a di là dei quasi sei milioni di elettori, un potenziale di almeno un paio di centinaia di migliaia di persone che a vario titolo rappresentano i valori e la cultura italiana all’estero. A riprova di ciò il successo a la moltiplicazione nel mondo di iniziative come la ‘cattedra italica’ in Argentina, la Camera di commercio ‘italica’ del Venezuela o il recente circolo ‘italico’ nato a San Paolo in Brasile che già raccoglie numerose e autorevoli adesioni da più parti di quell’immenso Paese, dove come è noto vive una della maggiori comunità italiane al mondo.
In crisi quindi non è la domanda di italianità, o meglio di valori ‘italici’, ma forse il vecchio modo di rapportarsi dell’Italia con un’altra Italia che vive fuori dai confini nazionali.
La ‘cartina di tornasole’ di questa assenza di visione e di lungimiranza sono proprio le politiche rivolte ai giovani, e ha fatto bene il CGIE a porre con il recente incontro a Palermo questa grande sfida per il futuro dell’Italia e non solo degli italiani nel mondo.
Infine, riguardo il Venezuela, non è possibile che di fronte ad un vero e proprio dramma umanitario, prima ancora che politico e istituzionale, che coinvolge in forma diretta e massiccia una delle più grandi collettività italiane nel mondo, il governo non sia ancora riuscito a mettere in piedi una ‘Task Force’ in grado di dare risposte immediate a tutte le richieste provenienti dai nostri connazionali: alimenti e medicine, ma anche cittadinanze, passaporti, convalida di titoli di studio e permessi di soggiorno. La coerenza e la serietà della nostra classe politica si misura da queste risposte e non dai facili slogan usati in campagna elettorale”.

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