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Ordini di macchine utensili/ stabilità nel quarto trimestre 2018 (-0,2%) Bene l’estero (+2,4%)

Su base annua, nel 2018, gli ordini di macchine utensili sono rimasti stabili rispetto al 2017 (-0,8%)
È stazionario l’indice UCIMU degli ordini di macchine utensili che, nel quarto trimestre 2018, ha segnato -0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In valore assoluto l’indice si è attestato a 161,6 (base 100 nel 2010).
Il risultato complessivo è stato determinato dal positivo riscontro degli ordinativi esteri, e dall’arretramento degli ordini raccolti dai costruttori italiani sul mercato interno che risulta, comunque, ancora vivace.
In particolare, gli ordini esteri sono cresciuti del 2,4% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2017. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 141,7.
Sul fronte interno, i costruttori italiani di macchine utensili hanno invece registrato un arretramento della raccolta ordini del 6,3%, rispetto al quarto trimestre del 2017. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 267,4: si tratta del miglior risultato di sempre (confrontato con pari trimestre) ad esclusione, appunto, del record del quarto trimestre 2017.
Se è evidente che stiamo attraversando una fase di rallentamento, è comunque importante considerare il salto fatto in questi ultimi anni dal consumo italiano di macchine utensili. Considerato un campione rappresentativo di imprese del settore (estrapolato dal panel che risponde alla rilevazione dell’indice) nel quarto trimestre del 2011, il valore medio di ordini raccolti sul mercato interno da ciascuna impresa del campione era pari a 1,7 milioni di euro. Nel 2016 è risultato pari a 2,5 milioni, nel 2018 si è attestato a 6,1 milioni, ben più del doppio di due anni fa.
Su base annua, l’indice totale si conferma vicino al livello del 2017 (-0,8%). Gli ordini esteri sono cresciuti del 5,2%. Gli ordini interni hanno registrato un arretramento dell’11,5%.
Massimo Carboniero, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, ha così commentato: “I dati del quarto trimestre 2018 confermano la sensazione e le aspettative che già avevamo: l’anno appena concluso è stato decisamente positivo per i costruttori italiani che hanno ottenuto buoni riscontri sia in Italia che all’estero”.
“Il dato relativo all’Italia, e dunque il segno meno relativo all’ultimo trimestre 2018 e all’intero anno, deve essere analizzato con estrema cura: è indubbio che la raccolta ordini sul mercato domestico sia risultata più debole che nel 2017, e che quindi si rilevi un certo rallentamento, ma non potevamo aspettarci nulla di diverso”.
“Il calo – ha continuato Massimo Carboniero – è frutto di una serie di fattori che vanno ben soppesati. In primo luogo perché il dato relativo al quarto trimestre 2018 si confronta con quello record messo a segno nel 2017. In secondo luogo, perché la fine dell’anno è coincisa con un clima di generale incertezza legato alla confusione con cui è stata trattata la materia economica oggetto della Legge di Bilancio. L’alternarsi di dichiarazioni e indicazioni da parte delle autorità di governo relativamente alle misure che avrebbero fatto parte della Manovra 2019 non ha certo aiutato chi doveva fare investimenti che, in questi casi, preferisce sospendere le decisioni di acquisto in attesa di un quadro più chiaro”.
“Con riferimento ai provvedimenti inseriti nella Legge di Bilancio 2019, se è sicuramente positiva la conferma dell’iperammortamento – in questa nuova versione premiante per le PMI, con aliquota più alta per i piccoli investimenti e decrescente al crescere del valore dei nuovi acquisti – è invece molto penalizzante l’eliminazione del superammortamento”.
“Con il taglio del superammortamento – ha puntualizzato il presidente di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE – si rischia di escludere, dal doveroso processo di aggiornamento e ammodernamento, una fetta importante delle nostre PMI a cui la Mini Ires non assicura certo pari benefici fiscali e, anzi, crea problemi di applicazione e maggiore burocrazia. E queste sono imprese che hanno grande necessità di riammodernare gli impianti. Non possiamo permetterci di lasciarle indietro; per tale ragione chiediamo, alle autorità di governo, di riconsiderare l’adozione di questa importante misura”.
“D’altra parte, il positivo andamento degli ordini sui mercati oltreconfine è, anche in prospettiva futura, un’indicazione incoraggiante per i costruttori italiani che hanno dimostrato di saper operare bene nonostante il contesto internazionale piuttosto complesso. Il rallentamento del settore automotive e la chiusura parziale di alcuni mercati alle prese con questioni geopolitiche articolate – come nel caso, per esempio, di Russia e Iran – non hanno intralciato l’attività sui mercati esteri, che è cresciuta in modo continuo per tutto il 2018”.

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