mercoledì, Aprile 24, 2024

“Donne di Poste”

E’ il titolo della mostra fotografica dedicata alla storia del lavoro femminile all’interno dell’azienda. Quattordici immagini provenienti in prevalenza dall’Archivio Storico di Poste Italiane ripercorrono la loro storia dalla fine dell’800 ai giorni nostri
Poste Italiane si è caratterizzata come un’azienda al femminile fin dalla sua nascita, nella seconda metà dell’Ottocento e il ruolo della donna, inizialmente legato soprattutto ad una innovazione tecnologica come quella del telegrafo, è cresciuto nel tempo. Oggi le donne che lavorano in Poste Italiane sono oltre il 50% dei ca. 137mila dipendenti. In tutta Italia le direttrici di ufficio postale sono il 58% e dirigono più di 7.000 uffici su un totale di 12.800.
Questi numeri fanno di Poste Italiane una delle realtà aziendali con la più elevata percentuale femminile in Italia. Le donne, inoltre, forniscono un apporto fondamentale di professionalità e creatività nel percorso di trasformazione che Poste Italiane sta affrontando per accompagnare il Paese verso la nuova economia digitale. Per favorire una presenza femminile sempre più numerosa e incisiva, Poste Italiane ha sviluppato politiche per le Pari Opportunità e alle misure che vengono attuate dall’azienda per aiutare i dipendenti a conciliare gli impegni professionali con le esigenze personali e familiari: tra queste, la creazione di nuovi asili nido, l’adozione di modelli flessibili di organizzazione delle attività e la possibilità di accedere al telelavoro.
Come raccontata la Mostra, la storia delle donne di Poste comincia nel 1863, quando fu concesso dal ministero dei Lavori Pubblici, che sovrintendeva l’attività postale e telegrafica, a vedove, orfane e sorelle nubili di impiegati deceduti, di assumere la gestione di uffici telegrafici e telefonici di terza categoria. Gomito a gomito, telefoniste dal lungo grembiule, intente a commutare le linee durante faticosi turni al centralino, aprono questa rassegna di immagini. La pellicola dei ricordi ci trasporta da un luogo a un altro della professione delle donne nel vasto e composito universo postale. I sorrisi lievi delle telegrafiste di inizio Novecento incorniciano volti levigati dal tempo immobile della fotografia. Borsa colma a tracolla, la postina rurale racconta in silenzio giornate faticose di una vita di molti sacrifici e scarse ricompense. Dattilografe, impiegate, telegrafiste, portalettere occupano lo spazio del Novecento con il loro assiduo impegno e la loro proverbiale pazienza. In piedi, avvolta nel grembiule nero di tanta iconografia sulle “signorine delle Poste”, l’impiegata dell’archivio Buoni fruttiferi indossa i sandali bianchi dell’Italia del boom economico.
Come raccontano le fotografie, si lavorava molto e con grande impegno nelle sezioni femminili dei Telegrafi di Stato, ai centralini delle prima linee telefoniche, agli sportelli, in città e in provincia. Le portalettere rurali ogni giorno si recavano di casa in casa, a piedi e per le più fortunate in bicicletta, a consegnare lettere, telegrammi e pacchi, percorrendo in lungo e in largo le campagne italiane e le più impervie valli di montagna. è difficile per le donne inserirsi nei luoghi di lavoro abitualmente occupati dai colleghi dell’altro sesso. Eppure con una buona dose di perseveranza e di pazienza, il personale femminile finisce per accreditarsi in un ruolo di tutto rispetto nelle Poste del Regno e più in là nel tempo all’interno del nuovo ministero delle Poste e Telecomunicazioni della Repubblica italiana. In una moderna azienda come Poste Italiane Spa le donne hanno ampiamente dimostrato, al pari delle colleghe del passato, che la loro presenza qualifica il settore e lo arricchisce.

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