“Dobbiamo evitare che la drammatica emergenza sociale della pandemia si trasformi in un baratro economico per il nostro paese con conseguenze ancora più drammatiche dal punto di vista delle persone e delle famiglie”. Così Laura Garavini, senatrice eletta in Europa, Presidente della Commissione Difesa e Vicepresidente vicaria del gruppo Italia Viva-Psi in Senato, che aggiunge: “tra le proposte di Italia Viva per il rilancio dell’economia a livello internazionale c’è la valorizzazione del ruolo delle nostre comunità di affari che possono dare un importante contributo soprattutto ora che abbiamo la necessità di consolidare l’immagine produttiva del Paese e di competere con altri paesi che potrebbero approfittare di questa situazione”.
“Essenziale – sottolinea – è il ruolo delle CCIE che sono il punto di riferimento di queste comunità: 79 strutture che operano in 56 paesi del mondo che ogni anno forniscono servizi a circa 70 mila imprese e che hanno un alto livello di apprezzamento dalle pmi, sviluppando un volume di oltre 300mila contatti di affari. La rete delle CCIE – spiega Garavini – sta attraversando anch’essa una fase di difficoltà, perchè si regge largamente sul mercato e quando il mercato è fermo si crea una forte situazione di disagio”.
“Ricordo che il modesto cofinanziamento che le CCIE ricevono dallo Stato viene moltiplicato – in ordinarie situazioni di mercato – per almeno 6 volte, grazie alle risorse che le CCIE riescono a reperire sul mercato. Perciò – prosegue – mi sono fatta promotrice di una iniziativa al Senato in sede di approvazione del decreto Cura Italia che ha dato luogo all’approvazione di un ordine del giorno che sensibilizza il Governo a considerare le CCIE, a fianco dell’ICE, tra i soggetti con i quali realizzare le azioni previste dal Patto per l’Export”.
“Come Italia Viva – conclude Garavini – crediamo che occorra mobilitare tutte le grandi risorse di cui disponiamo in Italia e all’estero e quindi ci faremo promotori di ulteriori iniziative al riguardo, perché si eviti che proprio quando ci sarà più bisogno di loro, a causa di una disattenzione politica, le CCIE non possano fornire l’importante contributo che fino ad oggi hanno sempre dato”. (fonte aise)