giovedì, Marzo 28, 2024
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Non è mai troppo tardi

Un’opportunità unica per le imprese italiane, per entrare su un mercato molto interessante e grande come il Brasile
di Graziano Messana, Vice Presidente della Camera di Commercio Italiana a San Paolo,
General Manager di Fiera Milano in Brasile e CEO di GM Venture, società con sede in Brasile dal 2006 che amministra gli interessi di diversi gruppi italiani

Quello che sta succedendo in Brasile è una crisi prevalentemente politica che però ha una relazione molto stretta con la crisi economica. Ma al momento quello che manca è una prospettiva chiara, la fiducia in un imminente cambiamento. Ma per fortuna tutti gli scandali che sono successi di recente, in primis il depauperamento della principale azienda statale la Petrobras, sono serviti a dare una maggiore trasparenza in Brasile.
Il giudice Sergio Moro, studioso e ammiratore dell’operazione italiana Mani Pulite, ha saputo pazientemente aspettare la ricostruzione degli schemi di corruzione, tangenti e appalti truccati fino a quando è stato in grado di arrestare, non le seconde linee ma, i presidenti delle grandi aziende brasiliane vicini al Governo. E qualche giorno fa ha convocato, per usare un eufemismo poiché è stata una convocazione coercitiva, l’ex Presidente della Repubblica Luiz Inácio Lula da Silva. I mercati e il cambio hanno reagito immediatamente.
Quando dico che è un tema di prospettiva basti osservare l’Argentina. Nell’economia le prospettive sono migliori dei fatti. Fino a pochi mesi fa l’Argentina aveva un premio di rischio (CDS) maggiore del Brasile. Adesso poiché si è insediato Mauricio Marci come nuovo Presidente e il Mondo crede che l’Argentina possa migliorare, di fatto le condizioni dell’Argentina sono diventate più favorevoli.
Leggo molto allarmismo sui giornali italiani e vedo meno analisi di merito su quanto sta succedendo veramente qui. Questo suscita forti timori a investire e conseguentemente gli italiani perdono opportunità a mio avviso.
Opportunità in Brasile. Con il tasso di cambio Reais-Dollaro che è arrivato a più di 4 le opportunità di investimento sul Brasile sono tantissime. Non è che per via di una crisi ciclica il Brasile non è più un Paese “felice” a livello geografico e immerso in un’immensa quantità di risorse naturali. Popolazione che aumenta il suo livello di istruzione. Un mercato di dimensioni molto significative in tanti settori, dove per esempio fortunate aziende italiane sono arrivate a fatturare in un mese quanto pressappoco fatturavano in Italia mediamente in un anno.
È fastidioso vedere che chi approfitta di questo unico momento sono per la maggior parte aziende europee o straniere e invece quelle italiane sono più timide e perdono i deals o il timing della negoziazione restando a mani vuote. Basti citare solo le ultime viste in questi mesi.
Gli inglesi della UBM hanno comprato in sordina la Fiera Hospitalar, fiera che ruota attorno al mondo della sanità, per almeno 30 mln di euro anche se i dati non sono stati divulgati ufficialmente, conosco da vicino il settore. I francesi, che per cultura sono molto più distanti alla brasiliana rispetto all’Italia,  hanno fatto varie acquisizioni come l’Oreal che si è comprata la Niely Cosméticos, produttore di shampoos di classe non premium e con fatturato di 130 mln di euro. La Edenred (francese) ha chiuso proprio questo mese un deal con la brasiliana Embratec (mercato dei ticket restaurant) investendo circa 200 mln di euro, una operazione che arriva dopo quella di sei mesi fa in cui un’altra francese, la UP, aveva comprato la Planvale, una azienda che fatturava 400 mln di euro e si pensi che rappresentava appena l’1,5% della quota del mercato in Brasile su questo segmento di Ticket Restaurant, buoni carburanti e benefit in genere. Settori che crescono, in barba alla recessione, sono la sicurezza digitale, il cosmetico e il farmaceutico. In quest’ultimo settore sempre i francesi della Unither Pharmaceuticals, specializzati fabbricare dosaggi unitari per le aziende farmaceutiche come ad es. il collirio monodose, hanno rilevato il 100% della Mariol e hanno subito annunciato la creazione di una nuova linea di produzione ad hoc di circa 10 mln di reais. Per citare altri paesi gli svedesi della Assa Bloy hanno comprato, con closing fatto quasi a capodanno, il 100% di una storica azienda di una famiglia discendente da italiani, la Papaiz e Udinese, molto nota sui segmenti di catenacci e serrature. E nel 2014 avevano già comprato un’altra azienda in Brasile e già consolida un centinaio di milioni di euro di fatturato localmente. Gli spagnoli sono entrati nel settore delle agenzie di comunicazione. I cinesi hanno comprato a novembre il 24% di una aerolinea minore, la Azul, per 425 mln di dollari. Se osserviamo gli americani, notoriamente più aggressivi e rapidi nel chiudere i deals, perdiamo il conto se osserviamo il solo mese di dicembre 2015. Alcuni gruppi non hanno quasi fatto le due diligence approfondite vista la convenienza e l’interesse nel chiudere in pochi giorni gli affari. A dicembre la Alphaeon ha comprato la Rocol settore ospedaliero, la Devry Education si è comprata la prestigiosa università IBMEC, la General Mills ha rilevato Carolina (yogurt). Una settimana fa scopro quasi per caso che poco prima di natale il moderno ospedale Samaritano, sito a 500 metri da dove risiedo, è stato venduto alla United Health per 330 mln di dollari.
Va bene che il gruppo Gavio è entrato nel co-controllo delle autostrade Ecorodovias di recente ma una rondine non fa primavera e parliamo di un deal già importante da circa mezzo miliardo di Euro di investimento. Ma la realtà italiana è fatta di medie imprese e queste stanno perdendo un’opportunità unica di entrare su un mercato molto interessante e grande come il Brasile. Tra queste opportunità segnaliamo due importanti eventi fieristici che si svolgeranno il prossimo Maggio: FIMAR, Fiera dell’Economia del Mare tutta Made in Italy che si svolge dal 4 al 7 Maggio ad Itajaí, nello stato di Santa Catarina e EXPOSEC, Fiera Internazionale della Sicurezza, dal 12 al 14 Maggio 2016 a San Paolo.

 
Nunca é tarde demais
Uma oportunidade única para as empresas italianas entrarem em um mercado interessante e grandioso como o do Brasil
Oque está acontecendo no Brasil é uma crise predominantemente política, mas que tem uma relação muito estreita com a economia do país. No moneto, o que está faltando é uma perspectiva clara, a confiança em uma mudança iminente. Apesar de todos os escândalos que recentemente se sucederam, principalmente a depauperação da principal empresa estatal, Petrobras, têm servido para trazer mais transparência no Brasil.
O juiz federal brasileiro Sergio Moro, admirador da operação italiana “Mani Pulite” (Mãos Limpas), tem sido capaz de reconstruir com paciência os esquemas de corrupção, propinas e contratos manipulados, conseguiu capturar, não as segundas linhas gerenciais envolvidas, mas os presidentes de grandes empresas brasileiras próximas ao governo. E há poucos dias, convocou o ex-presidente Luiz Inácio Lula da Silva. O mercado e o câmbio reagiram imediatamente.
Quando eu digo que é uma questão de perspectiva basta observar a Argentina. As perspectivas na economia são melhores do que os fatos. Até alguns meses atrás, a Argentina teve um prêmio de risco (CDS) maior que o do Brasil. Agora, desde que Mauricio Macri tomou posse como novo presidente, o mundo acredita que a Argentina pode melhorar, e de fato, as condições tornaram-se mais favoráveis.
Leio muito alarmismo na divulgação dos jornais italianos e vejo menos análises em mérito sobre quanto está acontecendo de fato. Isto causa fortes incertezas para os investimentos e de consequência, na minha opinião, os italianos perdem as oportunidades.
Oportunidades no Brasil. Com a taxa de câmbio do dólar favorável, a cotação do real atingiu a cota superior a 4, as oportunidades de investimento no Brasil são inúmeras. Não é a causa de uma crise cíclica que o Brasil deixou de ser o País geograficamente “feliz” e imerso em uma quantidade enorme de recursos naturais. A população continua aumentando o seu nível de educação. Um mercado de dimensões significativas em muitos setores, onde, por exemplo, felizardas empresas italianas, chegaram a faturar em um mês o que em média faturavam em um ano na Itália.
Porém é constrangedor constatar que os que estão aproveitando deste momento único são principalmente as empresas europeias ou estrangeiras. Por outro lado, as italianas são mais tímidas e perdem oportunidades ou os tempos de negocição, ficando com as mãos vazias. Os Ingleses da UBM compraram com discrição a Feira Hospitalar, que atua no mundo da saúde, por aproximadamente 30 milhões de euros, mesmo que os dados não tenham sido divulgados oficialmente. Os franceses, que em comparação com a Itália, estão culturalmente muito mais distantes do Brasil,   fizeram várias aquisições, como a L’Oreal que comprou a Niely Cosméticos, fabricante de shampoos focados em linhas de segundo nível com um faturamento de 130 milhões de euros. A Edenred (francesa) neste mês fechou um acordo com a brasileira Embratec (ticket alimentação), investindo cerca de 200 milhões de euros; uma operação sucessiva a uma outra, pela qual seis meses atrás, uma outra empresa francesa, a UP, comprou PlanVale, empresa com receita de 400 milhões de euros, embora representasse apenas 1,5% da quota do mercado deste segmento qual ticket alimentação, combustível e benefícios em geral.
Os setores que crescem, apesar da recessão, são os de segurança digital, cosméticos e produtos farmacêuticos. Neste último, sempre os franceses, a Unither Pharmaceuticals especializada na fabricação de medicamentos de dose única como colírio, adquiriam 100% da Mariol e acabam de anunciar a criação de uma nova linha de produção dedicada de cerca de 10 milhões de reais.
Mencionando outros países, os suecos de Assa Bloy compraram, – o fechamento da operação foi realizado praticamente na virada do ano-, 100% de uma histórica empresa familiar de descendência italiana bem conceituada no mercado de cadeados e fechaduras: a Papaiz e Udinese. Em 2014 já haviam comprado outra empresa brasileira e possuem um fatumento de mais de cem milhões de euros. Os espanhóis entraram no campo de agências de comunicação. Os chineses compraram em novembro 24% de uma companhia aérea de segundo porte, a Azul, por 425 milhões de dólares. Se observarmos os americanos, notoriamente mais agressivos e rápidos no fechamento de negócios, perde-se a conta das operações realizadas, considerando apenas o mês de dezembro de 2015. Alguns grupos até compraram ativos quase sem fazer due diligence para aproveitar das condições extremamente favoráveis. Em dezembro, o Alphaeon comprou a Rocol que opera no setor hospitalar, a Devry Education comprou a prestigiosa Universidade IBMEC, General Mills adquiriu Carolina (iogurte). Há apenas uma semana tive conhecimento que pouco antes do Natal, o moderno Hospital Samaritano foi vendido para United Health por 330 milhões de dólares.
E a Itália? Tudo bem que o grupo Gavio entrou no co-controle das rodovias da Ecorodovias, mas uma andorinha só não faz verão e estamos falando de um deal importante  de cerca meio bilhão de euros de investimento. Todavia, a realidade italiana é feita de pequenas e médias empresas e estas estão perdendo uma oportunidade única para entrar, com preços de ativos bem acessíveis, em um mercado tão atraente e grande como o Brasil. Vale destacar as oportunidades de participação de duas importantes feiras que serão realizadas no mês de maio: FIMAR, Feira Internacional da Economia do Mar, totalmente Made in Italy, que acontece de 4 a 7 em Itajaí, no Estado de Santa Catarina e EXPOSEC, Feira Internacional da Segurança, de 12 a 14 em São Paulo.

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