domenica, Aprile 28, 2024
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Fine dell’era “Covid”, l’editoriale di Giorgio PALMUCCI, Presidente Enit

Di copertina: l’editoriale di Giorgio PALMUCCI, Presidente Enit

E’ il momento di riformulare elementi prima ricorrenti, in un’ottica che tenga conto delle sfide a cui ci chiama il mondo…

Uscire dalle formule e dai pronostici sul futuro, per viverlo invece immersi nella realtà, sembra essere divenuta una normalizzazione su cui occorre investire nuove abitudini. Ecco non così scontata. Un processo inverso che va modulato sull’impianto rivisitato della direzione e della percezione del mondo orientato ad un processo di sensibilizzazione. Intesa non come vulnerabilità ma come nuovo modo di sentire.
Non solo perché la pandemia ha sconvolto il sistema precedente ma soprattutto perché quel sistema attendeva una svolta da tempo. Stimoli comuni, sotto la pressione della congiuntura mondiale, ne hanno dato accelerazione e incanalato la manifestazione.
Il turismo, che è l’eterno movimento del mondo, non è estraneo a queste logiche. Anche il viaggio chiama in causa la connessione diretta dei rapporti tra ambiente, ecosistema e le scelte sociali, politiche ed economiche.
Con la pandemia il modo di viaggiare mette a fuoco i rapporti fra innovazione, sostenibilità, immaginazione e svago. E invoca l’attenzione dei decisori pubblici affinché si avvalgano, nelle proprie scelte, di differenti saperi e della loro applicazione.
E utile osservare come si faccia avanti una nuova assegnazione di valore globale inteso come globalizzazione di valore ossia come un abbraccio comune, un’interconnessione.
La tensione delle priorità induce ad una centralità della sicurezza e della tutela della salute pubblica anche nelle finalità economiche e coinvolge imprese turistiche e lavoratori del comparto. Un’assunzione di responsabilità e di lungimiranza finalizzata al mantenimento della community di viaggio considerata nella propria complessità, senza l’adagio dei flussi continui. Abbiamo inteso che il viaggiare deve divenire più identitario, un’esperienza declinabile sulle singole persone: non overtourism ma scenari che si addentrano nelle personalizzazioni richieste dai soggetti coinvolti nelle scelte.
Li chiamerei ecosistemi di viaggio, un’accezione molto in linea con la sostenibilità.
E’ il momento quindi di riformulare elementi prima ricorrenti, in un’ottica che tenga conto delle sfide a cui ci chiama il mondo, che formula una correlazione significativa fra covid e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, nella ridefinizione dei modi fondamentali di stare al mondo.
La contagiosità viziosa del covid ha ingenerato anche una contagiosità virtuosa di idee e contenuti che non inchiodano più alle scelte del passato ma connettono alla variabilità del mondo a inducono a superare limiti attraverso un esercizio di “interattività” tra sinergie e avanzamento tecnologico applicato al turismo.

 

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