sabato, Aprile 27, 2024
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La conclusione dei lavori della Y4C Driving Ambition a Milano

Una giornata intensa quella che ha concluso ieri i lavori della #Youth4Climate Driving Ambition a Milano, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 
I circa 400 giovani arrivati in Italia da tutto il mondo hanno potuto presentare le loro proposte al presidente del Consiglio Mario Draghi, al premier inglese Boris Johnson, al ministro Cingolani, al presidente della Cop26 Alok Sharma e ai ministri dell’ambiente di più di 40 Paesi in rappresentanza della comunità internazionale che tra un mese, a Glasgow, avrà il compito di portare a casa un accordo determinante per la lotta ai cambiamenti climatici. 
Momenti emozionanti, durante i quali i quattro co-chair dei giovani, Nisreen Elsaim ( Sudan), Ernest Gibson (Fiji), Nathan Metenier (Francia) e Sophia Kianni (USA) hanno illustrato i punti principali delle richieste degli under 30. 
“La vostra generazione  – ha detto Draghi rivolgendosi ai ragazzi – è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Avete ragione a chiedere una responsabilizzazione, a chiedere un cambiamento. La transizione ecologica non è una scelta, è una necessità. Abbiamo solo due possibilità. O affrontiamo adesso i costi di questa transizione, o agiamo dopo – il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico”.
“Siamo consapevoli – ha sottolineato il primo ministro – che dobbiamo fare di più, molto di più. Questo sarà l’obiettivo del Vertice a Roma che si terrà alla fine di ottobre. A livello di G20, vogliamo prendere un impegno per quanto riguarda l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi. E vogliamo sviluppare strategie di lungo periodo che siano coerenti con questo obiettivo”.
Draghi non ha evitato il tema sollevato da Greta Thunberg nel suo intervento di martedì e ripreso con grande risalto dai media: “A volte il “bla bla bla” è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di compiere azioni – ha detto Draghi in sede di replica – ma quando si portano avanti trasformazioni così grandi bisogna convincere le persone, spiegare che numeri, come l’aumento di 1,5 gradi, non sono qualcosa di creato ad arte ma forniti dalla scienza, e le persone di questo vanno convinte”. Esiste, insomma, anche un problema di consenso da creare attorno alle misure per il clima, consenso che, in democrazia, va costruito con informazione, sensibilizzazione, divulgazione scientifica.
Altro tema “caldo”, sollevato con energia e passione da Vanessa Nakate nel suo intervento e da altri delegati delle aree del pianeta meno fortunate  è quello del finanziamento ai paesi poveri e/o più danneggiati e più a rischio a causa dei mutamenti climatici.
I ministri riuniti a Milano dovranno creare le premesse per una COP26 che a Glasgow dovrà rafforzare gli impegni sul clima.

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