sabato, Aprile 27, 2024
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Resiliente e in crescita moderata: previsioni economiche di primavera 2023

“L’economia europea si trova in una situazione migliore rispetto alle proiezioni dell’autunno scorso. Grazie agli sforzi decisi per rafforzare la nostra sicurezza energetica, a una notevole resilienza del mercato del lavoro e all’allentamento dei vincoli di approvvigionamento, abbiamo evitato una recessione invernale e siamo destinati a una crescita moderata quest’anno e il prossimo. L’inflazione si è dimostrata più forte del previsto, ma dovrebbe diminuire gradualmente nel resto del 2023 e nel 2024.

E il miglioramento delle finanze pubbliche è destinato a proseguire con il progressivo ritiro delle misure di sostegno all’energia. Tuttavia, i rischi rimangono troppo elevati per il comfort e la brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia continua a gettare un’ombra di incertezza sulle prospettive. Dobbiamo rimanere vigili e siamo pronti a rispondere a eventuali shock futuri con la stessa unità e determinazione che ci hanno visto nel corso degli ultimi tre anni di storia”. Così il Commissario per l’Economia dell’Ue, Paolo Gentiloni, presentando le Previsioni economiche di primavera 2023 a cura dell’esecutivo Ue.

L’economia europea continua infatti a mostrare resilienza in un contesto globale difficile. Il calo dei prezzi dell’energia, l’allentamento dei vincoli di offerta e la vigorosa crescita del mercato del lavoro hanno sostenuto una crescita moderata nel primo trimestre del 2023, dissipando i timori di una recessione. Questo inizio migliore del previsto porta le prospettive di crescita dell’economia dell’UE al 1,0% nel 2023 (0,8% nelle previsioni intermedie d’inverno) e al 1,7% nel 2024 (1,6% in inverno). Le revisioni al rialzo per la zona euro sono di entità analoga, con una crescita del PIL attualmente prevista al 1,1% e al 1,6% rispettivamente nel 2023 e nel 2024. Sulla scia delle persistenti pressioni di fondo sui prezzi, anche l’inflazione è stata rivista al rialzo rispetto all’inverno, attestandosi al 5,8% nel 2023 e al 2,8% nel 2024 nella zona euro.
Prezzi dell’energia più bassi sollevano le prospettive di crescita
Secondo la stima preliminare di Eurostat, il PIL è cresciuto del 0,3% nell’UE e del 0,1% nella zona euro nel primo trimestre del 2023. Gli indicatori anticipatori suggeriscono il protrarsi della crescita nel secondo trimestre.
L’economia europea è riuscita a contenere l’impatto negativo della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, facendo fronte alla crisi energetica grazie a una rapida diversificazione dell’approvvigionamento e a un notevole calo del consumo di gas. I prezzi dell’energia nettamente più bassi stanno funzionando attraverso l’economia, riducendo i costi di produzione delle imprese. Anche i consumatori stanno registrando un calo delle bollette energetiche, anche se i consumi privati dovrebbero rimanere contenuti quando la crescita salariale ritarda l’inflazione.
Poiché l’inflazione rimane elevata, le condizioni di finanziamento sono destinate a inasprirsi ulteriormente. Sebbene ci si attenda che la BCE e le altre banche centrali dell’UE si avvicinino alla fine del ciclo di aumento dei tassi di interesse, le recenti turbolenze nel settore finanziario potrebbero aumentare la pressione sui costi e sulla facilità di accesso al credito, rallentando la crescita degli investimenti e colpendo in particolare gli investimenti in edilizia residenziale.
Inflazione di fondo rivista più elevata, ma destinata a diminuire gradualmente
Dopo il picco del 2022, l’inflazione complessiva ha continuato a diminuire nel primo trimestre del 2023 in presenza di un brusco rallentamento dei prezzi dei beni energetici. L’inflazione di fondo (inflazione complessiva al netto dei beni energetici e dei prodotti alimentari non trasformati) si sta tuttavia rivelando più persistente. In marzo ha raggiunto un massimo storico del 7,6%, ma secondo le proiezioni diminuirà gradualmente nel periodo oggetto delle previsioni, con l’inasprimento dei margini di profitto e l’inasprimento delle pressioni salariali. La stima rapida armonizzata dei prezzi al consumo per l’area dell’euro, pubblicata dopo la data limite di queste previsioni, mostra un calo marginale del tasso di inflazione di fondo, il che suggerisce che potrebbe aver raggiunto il massimo nel primo trimestre, come previsto. Su base annua, l’inflazione di fondo nella zona euro nel 2023 dovrebbe attestarsi in media al 6,1%, per poi scendere al 3,2% nel 2024, rimanendo al di sopra dell’inflazione complessiva in entrambi gli anni previsti.
Il mercato del lavoro continua a resistere al rallentamento dell’economia
Un mercato del lavoro senza precedenti sta rafforzando la resilienza dell’economia dell’UE. Il tasso di disoccupazione nell’UE ha raggiunto un nuovo minimo storico del 6,0% nel marzo 2023 e i tassi di partecipazione e di occupazione sono ai massimi storici.
Il mercato del lavoro dell’UE dovrebbe reagire solo leggermente al ritmo più lento dell’espansione economica. La crescita dell’occupazione dovrebbe attestarsi al 0,5% quest’anno, per poi scendere al 0,4% nel 2024. Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere appena al di sopra del 6%. La crescita salariale è aumentata dall’inizio del 2022, ma finora è rimasta ben al di sotto dell’inflazione. Si prevedono aumenti salariali più sostenuti a causa della persistente tensione dei mercati del lavoro, dei forti aumenti dei salari minimi in diversi paesi e, più in generale, delle pressioni esercitate dai lavoratori per recuperare la perdita di potere d’acquisto.
I disavanzi pubblici dovrebbero diminuire soprattutto nel 2024
Nonostante l’introduzione di misure di sostegno volte ad attenuare l’impatto dei prezzi elevati dell’energia, la forte crescita nominale e l’eliminazione delle misure residue connesse alla pandemia hanno indotto nel 2022 il disavanzo pubblico aggregato dell’UE a scendere ulteriormente al 3,4% del PIL. Nel 2023 e in modo più marcato nel 2024, il calo dei prezzi dell’energia dovrebbe consentire ai governi di eliminare gradualmente le misure di sostegno all’energia, determinando ulteriori riduzioni del disavanzo, rispettivamente al 3,1% e al 2,4% del PIL. Secondo le proiezioni il rapporto debito/PIL aggregato dell’UE scenderà costantemente al di sotto dell’83% nel 2024 (90% nella zona euro), il che è ancora al di sopra dei livelli precedenti la pandemia. Vi è una grande eterogeneità delle traiettorie di bilancio tra gli Stati membri.
Se da un lato l’inflazione può sostenere il miglioramento delle finanze pubbliche nel breve termine, dall’altro tale effetto è destinato ad attenuarsi nel tempo con l’aumento dei costi di rimborso del debito e l’adeguamento progressivo della spesa pubblica al livello più elevato dei prezzi.
I rischi al ribasso per le prospettive economiche sono aumentati
Un’inflazione di fondo più persistente potrebbe continuare a limitare il potere d’acquisto delle famiglie e a rafforzare la risposta della politica monetaria, con ampie ramificazioni macrofinanziarie. Inoltre, i rinnovati episodi di tensioni finanziarie potrebbero determinare un ulteriore aumento dell’avversione al rischio, determinando un inasprimento dei criteri per la concessione dei prestiti più pronunciato di quanto ipotizzato nelle previsioni. Un orientamento espansivo della politica di bilancio alimenterebbe ulteriormente l’inflazione, andando contro l’azione di politica monetaria. Inoltre, potrebbero sorgere nuove sfide per l’economia mondiale a seguito delle turbolenze del settore bancario o connesse a tensioni geopolitiche più ampie. Dal lato positivo, un andamento più favorevole dei prezzi dell’energia porterebbe a un calo più rapido dell’inflazione complessiva, con ricadute positive sulla domanda interna. Infine, vi è una persistente incertezza derivante dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
La pubblicazione delle previsioni comprende per la prima volta una panoramica delle caratteristiche economiche strutturali, dei risultati e delle prospettive recenti per l’Ucraina, la Moldova e la Bosnia-Erzegovina, cui il Consiglio ha concesso lo status di paese candidato all’adesione all’UE nel giugno e dicembre 2022.
Italia
“Nell’anno in corso proiettiamo per l’Italia la crescita più alta tra le maggiori economie europee, credo che non avvenisse da molto tempo”, ha segnalato il commissario Gentiloni presentando le previsioni di primavera 2023. “L’Italia ha avuto una crescita negli ultimi tre anni pari al 12%, molto significativa, che certamente era successiva a una crisi del -9% durante la pandemia” ma “la crescita è stata molto significativa”.
La Commissione europea rivede al rialzo la crescita attesa in Italia: sarà dell’1,2% nel 2023 (rispetto allo 0,8% indicato nelle previsioni di febbraio). E all’1,1% nel 2024 (dall’1% delle stime precedenti). Lo annuncia l’esecutivo europeo. La Commissione europea si attende che in Italia il deficit pubblico scenda al 4,5% nel 2023 e al 3,7% nel 2024. L’indebitamento pubblico è atteso al 140,4% nel 2023 e al 140,3% nel 2024.
“L’economia dell’Ue ha evitato la recessione. Si è espansa nel primo trimestre e continuerà a crescere moderatamente”, ha aggiunto ancora il Commissario europeo all’Economia. “I fattori chiave alla base di questa previsione vanno in direzioni opposte: da un lato, il calo dei prezzi dell’energia e la tenuta del mercato del lavoro e, dall’altro, l’inasprimento delle condizioni finanziarie”. “L’inflazione complessiva si sta riducendo rapidamente, ma l’inflazione core, rimane elevata”.
“L’assorbimento del Pnrr è destinato ad accelerare quest’anno e il prossimo”. “Dovrebbe aumentare dallo 0,3% del pil nel 2022 a circa lo 0,4% del pil sia nel 2023 che nel 2024”. “Nel periodo 2021-24, la spesa finanziata dalle sovvenzioni del Pnrr dovrebbe essere superiore al 3,5% del pil in Spagna e Grecia, superiore al 3% in Croazia e Portogallo, intorno al 2,5% in Slovacchia e Italia, intorno al 2% in Lettonia, Bulgaria e Romania, vicina o superiore all’1,5% in Lituania, Polonia, Ungheria, Cipro e Cechia, e superiore all’1% in Slovenia, Malta, Estonia e Francia”, afferma poi Gentiloni segnalando che tali “proiezioni si basano sul calendario previsto per le tappe e gli obiettivi stabiliti nelle decisioni di esecuzione del Consiglio” e “non devono essere considerate come un pregiudizio alla nostra valutazione del raggiungimento di tali obiettivi”.
Anche Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri della Cooperazione Internazionale, ha commentato le previsioni economiche di primavera dell’esecutivo Ue, attraverso un tweet: “Buone notizie da Bruxelles. Le previsioni della CE danno in Italia +1,2 Pil per l’anno 2023, +1,1 per il 2024, disoccupazione in calo al 7,8% nel 2023, 7,7 % 2024. Debito stabile”. (aise)

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