Fierezza italiana ed europea dietro il successo degli Stati Generali dell’Italia a Bruxelles – di Alessandro Butticè

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Il “Sistema Italia” a Bruxelles, da sempre promosso dal vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, non poteva avere migliore rappresentazione di una sala del Bozar dedicata al tricolore.
Il Palazzo delle Belle Arti (detto Bozar), centro d’arte per eccellenza del panorama culturale belga e gioiello del patrimonio architettonico realizzato da Victor Horta in stile Art Nouveau nel 1920, venerdì pomeriggio, 22 marzo, ha accolto oltre un migliaio di italiani appartenenti alla comunità residente in Belgio e alla funzione pubblica Ue e Nato. Oltre che rappresentanti, civili e militari, delle varie amministrazioni, organizzazioni, imprese e associazioni rappresentate a Bruxelles.

Sotto l’organizzazione congiunta – che è già la migliore e più recente manifestazione di “sistema Italia” in Belgio – dei nostri tre bravissimi ambasciatori, Federica Favi presso il Belgio, Vincenzo Celeste presso la Ue e Marco Peronaci presso la Nato, l’evento è stato un trionfo di italianità. All’insegna di una presenza sempre più attiva, ma anche più coordinata, all’interno delle Istituzioni europee e dell’Alleanza Atlantica.

Affluenza e partecipazione senza precedenti
Senza precedenti in termini di partecipazione – dopo analoga unica esperienza, realizzata dal Governo Gentiloni, nell’ormai lontano 2017 – è stato coronato dall’intervento, dopo Antonio Tajani, del presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni. La quale ha dato un chiarissimo messaggio di volontà di cooperazione, al di là delle barriere ideologiche, per una sempre più incisiva partecipazione dell’Italia all’interno dell’Europa e dell’Alleanza.
“Senza dimenticarsi mai”, come ha ricordato Tajani, “di essere italiani”. E non solo quando si cercano “promozioni o sostegno per le proprie carriere”. Sostegno, tuttavia, che il ministro degli Affari Esteri ha detto essere un dovere da parte dell’Italia verso i suoi connazionali funzionari internazionali, che non devono mai sentirsi abbandonati. Come è spesso, se non sempre, accaduto nel passato. Costringendoli, per fare carriera, a farsi appoggiare, a volte, da altri Paesi.
Riccardo Guariglia annuncia un consolato generale a Bruxelles
Oltre alla presidente e al vicepresidente del Consiglio, Meloni e Tajani, per il Governo è intervenuto anche il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, seguito dal segretario generale del Parlamento Europeo, Alessandro Chiocchetti, e dal suo omologo presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ambasciatore Riccardo Guariglia. Il quale ultimo, nell’entusiasmo generale della comunità italiana a Bruxelles, ha annunciato che da luglio di quest’anno verrà istituito un Consolato Generale a Bruxelles. Dopo tanti anni che la funzione consolare, nella capitale europea, é stata da una semplice cancelleria.
Anche questa è l’ulteriore dimostrazione dell’importanza che il governo Meloni e il ministro Tajani attribuiscono a Bruxelles ed all’Unione Europea.
Competitività e crescita
Tra gli altri interventi, tutti di altissimo profilo, anche quello del commissario europeo per l’economia, Paolo Gentiloni, in materia di competitività e crescita. A seguire il direttore generale delle Reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie della Commissione Europea (DG Connect), Roberto Viola, il capo Unità Analisi Valore Aggiunto del Servizio Ricerca del Parlamento Europeo e autore del rapporto “Mapping the cost of non-Europe”, Lauro Panella, il direttore generale di Confindustria, Raffaele Langella, il segretario generale aggiunto per la Gestione Esecutiva NATO, Carlo Maria Borghini, il rappresentante Gruppo Iniziativa Italiana, Alberto Mazzola, e il direttore generale per l’Europa e la politica commerciale internazionale MAECI, Nicola Verola.
Per il Parlamento italiano, sono intervenuti anche la presidente della III Commissione (Affari esteri e Difesa) del Senato, Stefania Craxi, e il presidente della III Commissione (Affari esteri e comunitari) della Camera dei Deputati, Giulio Tremonti.
Difesa e sicurezza europea
Una sessione, che ha avuto ad oggetto “Difesa e sicurezza” ha visto sul podio il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, il presidente di Fincantieri, Claudio Graziano, e il direttore Armamenti dell’Agenzia per la Difesa Europea, Stefano Cont. Ai loro interventi sono seguiti quelli del direttore esecutivo della Capacità Civile di Pianificazione e Condotta del Servizio Europeo per l’Azione Esterna e comandante delle Operazioni Civili UE, Stefano Tomat, del presidente di Leonardo SpA, Stefano Pontecorvo, del rappresentante speciale del segretario generale della NATO per Donne, pace e sicurezza, Irene Fellin, e del capo Sezione Relazioni Pubbliche NATO, Nicola de Santis.
Priorità geografiche: Balcani-Mediterraneo-Africa
Una sessione su Balcani, Mediterraneo e Africa ha visto dibattere, dopo un’introduzione di Stefania Craxi e Giulio Tremonti, che ha pure sottolineato la necessità di maggiore Europa, la rappresentante speciale per il Sahel, dell’Ue, Emanuela Del Re, e il segretario generale del Servizio Europeo per l’Azione Esterna, Stefano Sannino.
Sono poi intervenuti il rappresentante speciale dell’Ue per il Golfo, Luigi Di Maio, la direttrice Balcani Occidentali DG NEAR della Commissione Europea, Valentina Superti, la direttrice DG INTPA.F (Green Deal, Agenda Digitale) della Commissione Europea, Carla Montesi, il vice presidente della Banca europea per gli investimenti, Gelsomina Vigliotti, e il membro del Gruppo di esperti NATO per il vicinato meridionale, Alessio Nardi.
Quest’ultimo, generale della Guardia di Finanza in congedo e consigliere del ministro Tajani, è anche socio fondatore della Sezione di Bruxelles-Unione europea dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (ANFI), provocando quindi la soddisfazione, per il suo significativo intervento, delle diverse Fiamme Gialle presenti all’evento, che hanno applaudito anche il socio benemerito ANFI Antonio Tajani.
Sistema Italia deve coinvolgere anche le regioni, senza dimenticare la cultura
Gli Stati Generali e gli interventi che li hanno caratterizzati sono stati accolti con grande entusiasmo dai partecipanti, anche perché si sono rivelati un’occasione unica per fare rete, anche con i rappresentanti regionali.
Durante il ricevimento offerto dai tre ambasciatori, si è anche registrato il rammarico, da parte di alcuni, per il fatto che alcune importanti regioni, come ad esempio il Lazio e la Toscana, abbiano deciso di fare dirigere i propri uffici regionali a Bruxelles dai capoluoghi regionali.
Cosa che stride molto, ad esempio, con l’europeismo di un partito, il Pd, che ha espresso il presidente di Regione della Toscana. Regione che, assieme alla regione della capitale, la “Caput mundi” nella quale affondano le radici della storia occidentale, sembra recentemente mostrare un certo disimpegno verso Bruxelles. Tagliando, ad esempio, fondi per il supporto ai progetti e alle politiche europee, cui lo Stato, da solo, non può fare fronte, nonostante tutta la volontà di creare un sistema Paese che non può prescindere dalle Regioni. In questo quadro regioni come il Lazio e la Toscana dovrebbero mantenere e valorizzare questa funzione così preziosa nella capitale europea.
Bisogna tuttavia segnalare che la Toscana ha sinora avuto il privilegio di ricoprire una interessante posizione chiave all’interno della DG Educazione e Cultura della Commissione europea. Sinergica al progetto di fare sistema a Bruxelles. Questo grazie ad un posto di esperto nazionale distaccato, sinora coperto dalla Regione a più alta densità culturale d’Europa, che permette ad un suo funzionario di seguire da anni dossier strategici sulle politiche culturali e di supporto al patrimonio culturale.
L’attuale presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, se da un lato ha privato di un dirigente il suo ufficio di Bruxelles, ha tuttavia rinnovato pubblicamente il proprio impegno in ambito Ue, nella volontà di valorizzare costantemente l’inestimabile patrimonio cultuale toscano e facendo dell’identità culturale toscana uno dei suoi cavalli di battaglia.
È qualcosa che fa ben sperare anche la Commissione europea e in particolare la sua direzione generale della cultura, che ci risulta augurarsi di poter continuare a usufruire dell’esperienza della Regione Toscana all’interno delle sue fila, grazie a una funzionaria toscana che, all’insegna di quanto promosso agli Stati generali degli italiani a Bruxelles, è unanimemente apprezzata anche dalle reti culturali, europee ed italiane, che interagiscono con la Commissione europea. Ciò a beneficio dell’Ue, dell’Italia e della Toscana, ma, prima di tutto, a beneficio della promozione culturale europea nella quale la Toscana deve essere in grado di continuare a svolgere un ruolo chiave. Senza dimenticarsi che, quando si lasciano le poltrone, non ci si può poi lamentare che vengano ricoperte da altri. Non necessariamente italiani. (alessandro butticè/aise)